Utilizzo plurimo dei laghi di cava nella gestione della risorsa idrica
Ravazzani, G., Mancini, M., Meucci, S. (2007)
Rivista: Atti del Convegno Approvvigionamento e Distribuzione Idrica: Esperienza, Ricerca ed Innovazione, Ferrara 28-29 Giugno 2007, ISBN 978-88-607414-7-9.
Tipo pubblicazione: Convegno
L’attività estrattiva nelle aree della pianura lombarda è un tipico esempio del conflitto fra attività produttiva e impatto sull’ambiente. Negli ultimi tempi la più diffusa sensibilità ambientale nonché le indicazioni delle direttive comunitarie sembrano avere acuito la conflittualità rendendo sempre più necessario l’inserimento nella pianificazione e gestione dei piani di estrazione di regole che garantiscano da un lato il rispetto delle esigenze di produzione e dall’altro gli aspetti ambientali. In particolar modo, qualora le cave siano localizzate in prossimità dei corsi d’acqua o alimentate da falda superficiale, i volumi che si rendono disponibili in seguito all’attività estrattiva sono potenzialmente utilizzabili sia per la mitigazione di eventi di piena che per la gestione delle emergenze idriche. In particolare queste ultime si sono verificate in modo più frequente negli ultimi anni anche in regioni tradizionalmente ricche di acqua. Il lavoro investiga la possibilità di un utilizzo plurimo dei volumi che si rendono disponibili in seguito alla realizzazione di cave di inerti nelle aree golenali dei corsi d’acqua, per la laminazione delle piene ed il sostentamento delle portate di magra. Il caso di studio è quello del fiume Serio nel suo ultimo tratto nel territorio della Provincia di Cremona. L’attività estrattiva nelle aree della pianura lombarda è un tipico esempio del conflitto fra attività produttiva e impatto sull’ambiente. Negli ultimi tempi la più diffusa sensibilità ambientale nonché le indicazioni delle direttive comunitarie sembrano avere acuito la conflittualità rendendo sempre più necessario l’inserimento nella pianificazione e gestione dei piani di estrazione di regole che garantiscano da un lato il rispetto delle esigenze di produzione e dall’altro gli aspetti ambientali. In particolar modo, qualora le cave siano localizzate in prossimità dei corsi d’acqua o alimentate da falda superficiale, i volumi che si rendono disponibili in seguito all’attività estrattiva sono potenzialmente utilizzabili sia per la mitigazione di eventi di piena che per la gestione delle emergenze idriche. In particolare queste ultime si sono verificate in modo più frequente negli ultimi anni anche in regioni tradizionalmente ricche di acqua. Il lavoro investiga la possibilità di un utilizzo plurimo dei volumi che si rendono disponibili in seguito alla realizzazione di cave di inerti nelle aree golenali dei corsi d’acqua, per la laminazione delle piene ed il sostentamento delle portate di magra. Il caso di studio è quello del fiume Serio nel suo ultimo tratto nel territorio della Provincia di Cremona.