Linee Guida per l'attività di individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e geomorfologico e delle relative misure di salvaguardia (L 267/98)    

Dovera D., Mancini M., Salis M. (2000)

Rivista: REGIONE SARDEGNA - ASSESSORATO DEI LAVORI PUBBLICI - Servizio Difesa del suolo

Tipo pubblicazione: Altro

Le integrazioni metodologiche alle “Linee Guida” per la determinazione delle fasce fluviali riportano alcuni approfondimenti necessari alla fase operativa di redazione del piano ed alla sua ripercorribilità qualità che ne caratterizza sia l’aspetto scientifico che applicativo anche per un suo utilizzo futuro. In quest’ottica sono approfonditi aspetti che riguardano: la metodologia di stima delle portate al colmo a diverso periodo di ritorno, l’analisi congiunta tra moto vario e moto permanente nel tracciamento delle fasce, l’analisi dell’effetto di riduzione sulle portate al colmo indotto dai volumi di laminazione delle dighe, la stima della scabrezza, la tipologia di restituzione degli elaborati di piano.

Essa quindi è complementare al documento delle Linee Guida edito dalla Regione Sardegna, e vuole essere una lista ragionata di analisi da eseguire per la parte idraulica idrologica e geomorfologica, e non un compendio di idrologia ed idraulica fluviale per il quale si rimanda all’ampia bibliografia esistente. L’attività del Piano Fasce, sebbene abbia una finalità diversa da quella Piano di Assetto Idrogeologico (PAI), ha con esso una forte complementarietà sia dal punto di vista metodologico, in quanto propone metodologie simili di analisi dei fenomeni di piena, sia dal punto di vista territoriale poiché esteso all’intero reticolo principale (sebbene con analisi differenziate per gli affluenti). In tal modo i risultati del Piano stralcio delle Fasce fluviali, che identifica le aree inondabili per gli stessi periodi di ritorno del PAI, potranno leggersi come una estensione territoriale di quelli ottenuti nel precedente PAI e quindi facilmente interpretabili anche dal punta di vista normativo. Proprio nell’ottica di sinergia con il PAI la definizioni delle fasce fluviali viene realizzata come un prodotto verificabile, ma anche aggiornabile in seguito a lavori migliorativi delle capacità di deflusso fluviale o in seguito a studi di maggior dettaglio.
Le attività da svolgere per il perseguimento degli obiettivi di legge sono chiaramente indicate nell'Atto di Indirizzo e Coordinamento di cui al DPCM del 29 sett. 1998; in particolare esse sono distribuite nelle seguenti fasi:
Fase 1 : individuazione delle aree a rischio idrogeologico
Fase 2 : perimetrazione delle aree a rischio e definizione dei criteri di salvaguardia
Fase 3 : programmazione delle misure di mitigazione del rischio.
In quest’ottica, le presenti Linee Guida sono rivolte ai redattori (Gruppi) dei PSB della Regione Sardegna, allo scopo di:
1. Indicare, tramite la metodologia di lavoro basata su procedure scientificamente consolidate, i requisiti minimi cui deve soddisfare il lavoro senza volere precludere ad eventuale studi e conoscenze più approfonditi.
2. Consentire una approccio omogeneo a livello territoriale per le fasi previste in modo che sia possibile analizzare e confrontarne i risultati e renderli fruibili anche all’interno del sistema informativo messo a punto dalla Regione Sardegna.
3. Stabilire i criteri per l’individuazione e perimetrazione delle aree a rischio idraulico e geomorfologico e delle relative misure di salvaguardia
4. Definire i criteri di intervento ai fini della mitigazione dei rischio e, quindi, di una loro programmazione organica entro il 30 giugno 2001 come previsto dalla Legge 266/99.
Le presenti linee guida inoltre, specificano gli obiettivi e la tempistica che, nel rispetto delle convenzioni, i redattori dei piani stralcio devono seguire nell’analisi dei dati, nella rappresentazione dei risultati e nella definizione degli interventi. 

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